Tiziana Di Carlo

Ciao Vincenzo,
ho letto il tuo libro e devo dire che  contiene storie di quotidiana semplicità, ma soprattutto evidenzia i rapporti umani, troppo spesso soffocati negli ambienti di lavoro, e i disagi connessi ai lavori umili che, i personaggi del tuo libro, vivono con grande dignità.
Il mondo del lavoro è composto da tante micro realtà, troppo spesso ignorate, e forse il sistema fordista, in un certo senso, non è stato mai superato.
L’uomo viene ancora considerato come una macchina, come un automa, con il duplice ruolo di far crescere i profitti delle imprese e di far sopravvivere la propria famiglia.
Vivo ogni giorno a contatto con i problemi del mondo del lavoro, sia in qualità di giudice del lavoro e sia in qualità di ispettore del lavoro e il racconto di Giovanna mi ha particolarmente colpito perchè evidenzia una serie di disagi del mondo femminile.
Il lavoro al femminile sconta ancora molti retaggi culturali, soprattutto per alcune professionalità che sono considerate tipicamente maschili.
Mi sono immedesimata in Giovanna perchè, per un periodo della mia vita, ho dovuto ispezionare i cantieri edili gestiti anche dalla malavita e, ti assicuro, che non è stata una bella esperienza, ma ho avuto l’occasione di conoscere tanta gente semplice che ha accentuato la mia sensibilità e, in un certo senso, mi ha fatto scendere dal piedistallo.
In questa esperienza, oltre a subire un attentato alla mia femminilità, alla quale tengo molto, ho avvertito il pregiudizio maschile, ma, soprattutto, i giri tortuosi (o forse troppo lineari) attraverso cui l’universo maschile arriva a valutare il  cervello e la professionalità di una donna.
Ma la storia di Giovanna è soprattutto la storia di una moglie e di una madre che si sacrifica per la famiglia, cucinando le frittate per i figli e cercando di gestire al meglio il suo tempo.
La situazione lavorativa di Giovanna è ben lontana dai moderni sistemi di “work life balance” a cui, purtroppo, soltanto pochissime realtà aziendali sono arrivate.
Ti ringrazio per avere sollecitato le mie riflessioni, troppo spesso intrappolate in sillogismi giuridici.
Complimenti!
gr1
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