Luisa Landi

landiIl commento di Luisa Landi è del maggio scorso. Me lo ero completamente perso, e oggi quando l’ho letto mi ha sinceramente commosso. Insieme al commento,  trovate anche lo scambio di citazioni tra Luisa e Michela, la nuora, è della fine di aprile, e questo lo capisco di più che mi è sfuggito perché erano i giorni precedenti a La Notte del Lavoro Narrato e in quel periodo lì mi sono perso tante cose, non di rado pure io. Comunque, alla fine anche Luisa è arrivata su queste pagine, e io ne sono davvero contento, e onorato.
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Luisa Landi
A me Testa, Mani e Cuore è piaciuto e l’ho trovato anche utile.
Mi sono ritrovata a fare una supplenza in una quarta elementare piuttosto turbolenta, classe evitata da tutti, come la peste, per la difficoltà a mantenere l’attenzione per più di due mniuti. Non avendo con me alcun materiale didattico, ho tirato dalla mia borsa il libro ed ho letto “La cardarella”. I bambini hanno ascoltato con attenzione, divertiti dal fatto che un oggetto esprimesse delle opinioni. Ne è nata una bella discussione sul lavoro ben fatto, ma è stata anche un’occasione per presentare le personificazioni nel testo descrittivo. Non avrei potuto trovare un sussidio migliore!!!

Luisa Landi a Michela Ceruso
Non c’è niente da fare, quando hai fatto la gavetta, quando hai buttato sudore e sangue per fare quello che ti piace fare é un’altra storia. Le vedi lì che lavorano e si arrovellano con le cose da sistemare, le bollette da pagare, i nuovi piatti da inventare e quelli tradizionali da riscoprire, perché insomma ci vuole il tempo che ci vuole prima che ci possa fermare a riprendere fiato, ma io che ne ho viste tante dico che ce la faranno, e comunque lo spero, e intanto faccio di tutto per aiutarle, perché sono donne, sono brave e, soprattutto, perché hanno l’approccio giusto, amano quello che fanno.
Testa, Mani e Cuore,  pagg. 78-79

Michela Ceruso
“Sì, ci sono cose che se non le hai vissute non le puoi capire veramente. Come fai a spiegare quanto diventi vulnerabile, fino a che punto senti la necessità di pensare a te, a quello che sei, a quello che vorresti essere, a quello di cui hai bisogno per riempire il vuoto di quella vita e un poco. E’ in questi frangenti che capisci che cos’è una famiglia, capisci perché averla, o non averla, non è la stessa cosa.” (TMC, pag. 191)
Io di famiglie ne ho due.. Ma soprattutto ho due mamme!

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