Ester Petrillo

“Appena finisco di guardarlo mi metto a lavoro!” è questa la sensazione che rimane ogni volta che si rivede “la tela e il ciliegio”. La voglia di creare qualcosa che sia unico… il desiderio di realizzare un lavoro che passi prima dalla testa, poi dal cuore e che venga trasferito in maniera spontanea alle mani.

La dedizione al lavoro del maestro ebanista è invidiabile, non è fatta solo di sudore…guardandolo se ne può assaporare la volontà, l’impegno, “l’accanimento”, la passione. La sua passione si mescola col talento per dare vita all’opera d’arte della sua vita: il suo stesso lavoro. L’innovazione portata avanti da Guedado è invece poetica, non prende dal presente, ne dal futuro come si può pensare immaginando concretamente ciò che fa, arriva dritta dal passato, dalla predisposizione dell’uomo a fare ciò che sa fare meglio, dalla predisposizione dell’uomo a scoprire il nuovo e farlo divenire qualcosa di indispensabile, dalla predisposizione di utilizzare i mezzi che si hanno e si conoscono in modo diverso, nuovo, unico.

E mentre le immagini raccontano, il vecchio ed esperto maestro sembra confondersi e mescolarsi col giovane digital life coach grazie al racconto delicatissimo ed emozionante di ciò che sanno fare meglio: il loro lavoro…

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